Trivelle:
il caso referendum finisce in Commissione parlamentare bicamerale per
le questioni regionali, l’on. Fabrizio Di Stefano (Fi) attacca
Luciano D’Alfonso, solo “captatio benevolentiae” verso il
premier Renzi.
“Per
dare una legittimità alla scelta di sfilarsi dal fronte delle altre
nove Regioni, passando di fatto dalla parte del Governo Renzi,
D’Alfonso ha fatto firmare da 15 consiglieri un documento che non
ha nessun senso e nessun valore e che non rappresenta neanche tutta
la maggioranza”.
Forza Italia va all’attacco del presidente della
Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, con l’on. Fabrizio Di Stefano
che in conferenza stampa, a Pescara, assieme al capogruppo in
consiglio regionale Lorenzo Sospiri e al presidente di commissione di
Vigilanza Mauro Febbo, critica duramente il dietrofront del
governatore nel merito e nel metodo, sulla decisione della Giunta
regionale abruzzese di non agire a tutela del referendum davanti alla
Corte Costituzione. “Dopo due consigli regionali che legittimamente
e all’unanimità avevano dato un preciso mandato alla Giunta, a
favore dei referendum contro le trivellazioni in Adriatico occorrerà un nuovo passaggio in aula – ha detto Di Stefano –
nel corso del quale i rappresentanti del centrosinistra dovranno
metterci la faccia”. Di Stefano accusa D’Alfonso di essere
unicamente alla ricerca della benevolenza di Renzi: “Il presidente
del Consiglio ha deciso di ripristinare il limite delle 12 miglia,
per le trivellazioni in mare, proprio per evitare di andare incontro
a una debacle referendaria e D’Alfonso è giunto subito in suo
soccorso, prendendo in giro i cittadini ed esprimendo una posizione
truffaldina rispetto alla volontà espressa della nostra regione”.
Il deputato di Forza Italia ha annunciato che porterà il caso
all’attenzione del presidente della Commissione bicamerale per le
questioni regionali, Gianpiero D’Alia, “per verificare la
legittimità del provvedimento”.
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