"Ho
visto con favore la mobilitazione che ha riempito il SuperCinema di
Chieti nella serata di ieri, alla quale ho idealmente partecipato non
essendo stato fisicamente presente poichè impossibilitato in Senato. Il
rammarico forse è che se questa mobilitazione ci fosse stata qualche
mese prima, probabilmente il CAL , la cui indicazione il Governo ha
calato nel Decreto, avrebbe preso un'altra decisione, facendo uscire
allo scoperto anche l'ambiguità del PD".
E' quanto commenta in una nota il Senatore PdL Fabrizio Di Stefano
"Per quanto riguarda il
sottoscritto - prosegue- oggi pomeriggio, unitamente ad altri colleghi
senatori abbiamo organizzato un incontro specifico con il Segretario
Alfano, in cui motiveremo le ragioni del nostro dissenso al Decreto: le
province hanno ancora una funzione? Ed allora manteniamone il più
possibile , soprattutto quelle che, come Chieti,ne hanno i requisiti. Le
province non hanno ragion d'essere?Allora aboliamole tutte. Questo
Decreto Legge ha uno scarso effetto sulla riduzione della spesa, anzi,
secondo studi qualificati, porterà inizialmente un aumento dei costi e,
solo ad attuazione, quindi nel 2015, un risparmio valutabile intorno ai
65 milioni di euro, somma tra l'altro risibile nel bilancio dello Stato.
Alla luce di questo continuiamo a ribadire- conclude- la contrarietà al
provvedimento e l'assoluta volontà a non votarlo qualora non venisse
modificato."
Gentile Sen. Di Stefano, sono uno degli organizzatori dell'assemblea cittadina del 13 u.s. e mi permetta di dissentire dalla sua considerazione afferente il rammarico da Lei mostrato per la mancata mobilitazione prima della decisione del CAL. Se ieri si e' arrivati ad una pubblica assemblea popolare in cui si chiedeva ai cittadini di assumere decisioni per la citta', vuol dire che la classe politica teatina ha miseramente fallito (non è la solita frasetta da clima di antipolitica) e riprova ne e' la non decisione in Regione, l'assenza di peso manifestata al Cal e l'inutile rappresentanza teatina a Roma nelle sedi politiche che contano realmente. Mi perdoni questo sfogo Senatore, ma l'indignazione mia e dei miei concittadini traspare nell'aria che si respira in città: un'atmosfera che sa di rabbia, di sconforto e di sfiducia che hanno spinto i cittadini all'extrema ratio di riunirsi per assumere decisioni che dovrebbero essere intraprese dai loro rappresentanti istituzionalmente eletti. Ieri i rappresentanti della nostra città a Roma e/o L'Aquila non erano presenti, salvo altri impegni già programmati, forse per il timore di essere esposti ad una gogna mediatica e popolare, ma le finalità dell'assemblea all'auditorium del Supercinema, non erano quelle di un sommario processo cittadino alla classe politica, ma l'esigenza di trovare tempestive e concrete soluzioni idonee a salvare l'economia cittadina e di un'intera provincia ed a restituire quella dignità che, da un comma bislacco ed ingiusto di un decreto governativo, vuol esserci negata, nonostante i tremila anni di storia che possiamo vantare. Non abbiamo in questo momento il tempo di andare alla ricerca dei colpevoli (che comunque ci sono) ma dobbiamo correre prontamente ai ripari ed è necessario che tutte le città della provincia, Chieti in testa, si mettano al lavoro per l'obbiettivo comune lasciando da parte inutili e perniciose polemiche trasversali, di natura sia campanilistica che di opposte parrocchie partitiche che si lanciano invettive vicendevolmente: il popolo non vuole in questo momento la divisione, che farebbe solo il gioco di chi vuol vederci sconfitti, ma avverte l'esigenza di un bagno di umiltà da parte della politica locale, disposta a fare un passo indietro per lavorare in comunanza al fine di esaudire questa aspettativa dei cittadini. Speriamo di non perdere tale occasione, altrimenti non potremo far nulla per cancellare una delle pagine piu' buie e dolorose della nostra storia ed i teatini del futuro, nel leggere tali pagine, non potranno che additare alla nostra generazione la responsabilità di non essere riusciti a trasmettere ai nostri nipoti quella stupenda città che abbiamo ereditato dai nostri predecessori. Mi piacerebbe, Sen. Di Stefano che Lei, il Sen Legnini e tutti gli altri parlamentari eletti in Provincia ed in Regione riusciste a seguire l'esempio dei deputati avellinesi che presidieranno la Commissione affari costituzionali per non far passare quel provvedimento ingiusto che mortifica il nostro capoluogo e con l'unione dei tanti parlamentari italiani eleti nei collegi che hanno subito tale ingiustizia simile alla nostra, sono certo che il decreto, così come concepito, non lo faranno passare poichè sarà il Popolo a non farlo passare. Sen. Di Stefano, nulla è ancora perduto ed il fatto che il pallino sul riordino delle Province è tornato nelle aule parlamentari, lo consideri come un'occasione unica per indurre i cittadini a pensare che, quando hanno eletto sia Lei che gli altri nostri rappresentanti, non debbano pentirsi della scelta fatta.
RispondiEliminaCon cordialità.
Marino Valentini
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGent.mo sig. Valentini
RispondiEliminanon mi sottraggo al confronto con chi, come lei, adopera modi garbati e atti al dialogo, ed allo stesso modo le rispondo. Tempo fa ho letto che in occasione della venuta di Bersani la settimana scorsa per le primarie del PD, una delegazione del suo partito ha chiesto l'impegno a sostenere la legittimità di Chieti a conservare lo status di capoluogo, lo stesso PD che 3 mesi fa, attraverso il suo Segretario Regionale Paolucci proponeva le due province, e lo stesso PD in cui milita il sindaco di Francavilla, dell'Aquila e degli altri sei sindaci che al CAL hanno votato per la doppia provincia. E' evidente che questo cambio di posizione è dovuto alla pressione che l'opinione pubblica ha esercitato sul territorio. Ecco perché dicevo che se ci fosse stata prima, probabilmente quel voto sarebbe stato diverso. Lei mi chiede di presidiare la Commissione Affari Costituzionali in Senato e poi mi dice come mai non ero presente alla vostra manifestazione. Poiché non ho ancora il dono dell'ubiquità o ero a Roma a seguire i lavori della Commissione anche se non ne faccio parte, come lo era insieme a me al mio collega Sibilia, che lei cita, e non solo lui, o ero a Chieti alla vostra manifestazione. E martedì sempre in quell'occasione, c'è stata una pronunciamento sulla costituzionalità, in cui il PD ha votato a favore ed è passata per soli due voti. Infine mi permetto di non condividere con lei un altro passaggio perché quando dice che "dobbiamo correre prontamente ai ripari ed è necessario che tutte le città della provincia, Chieti in testa, si mettano al lavoro per l'obbiettivo comune lasciando da parte inutili e perniciose polemiche trasversali, di natura sia campanilistica che di opposte parrocchie partitiche che si lanciano invettive vicendevolmente..."lei forse non ha presente che purtroppo le altre città della provincia, a cominciare da Francavilla, che al CAL ha votato per Pescara, per poi passare a Lanciano, dove era arrivata in Consiglio la proposta di sostenere Pescara come capoluogo, e solo per l'assenza dei consiglieri dell'opposizione del PdL questa proposta non è stata votata, ma il sentimento per Chieti non è certamente positivo. Lo può verificare anche su facebook, il sentimento comune non solo dei lancianesi, purtroppo, è contro Chieti, ma anche di tanti altri comuni della nostra provincia. Allora la battaglia la faremo e con grande impegno ma forse anche i teatini dovrebbero iniziare ad interrogarsi perché il resto della provincia non ci guarda con sentimenti positivi.Stamattina abbiamo continuato a presiedere la Commissione dove comunque non abbiamo i numeri. Aspettiamo domani il pronunciamento della Conferenza Stato-Regioni e Paritetica Enti Locali. Abbiamo presentato una pregiudiziale che verrà discussa prima in Commissione e poi eventualmente in Aula e faremo il possibile, continuando nel nostro impegno.
Un cordiale saluto
Fabrizio Di Stefano
Gent. Sen. Di Stefano,
RispondiEliminacondivido il suo pensiero afferente l'ingiustificato e deprecabile sentimento anti teatino che si respira a Francavilla (che è diventata ricca grazie ai soldi dei tanti miei cincittadini che da anni si trasferiscono in massa stabilmente d'estate sulla cittadina rivierasca), a Lanciano ed anche a qualche altro centro della nostra provincia. Sinceramente stento a capire da cosa scaturisca tanta avversione nei confronti del capoluogo da parte dei frentani, se solo pensiamo che in un ipotetico asse Chieti-Pescara (o come gli stessi lancianesi invocano l'area metropolitana), lo stesso costituirebbe un polo commerciale, amministrativo, economico, sociale, demografico e politico che rappresenterebbe un'indiscussa leadership regionale nei vari campi e che toglierebbe spazio ed importanza al resto dell'Abruzzo e finirebbe per far scemare decisamente l'interesse per centri come Lanciano e Vasto che oggi, all'interno della provincia chietina, rappresentano un'importante presenza che equilibra l'intero nostro territorio dal Trigno fino alla sponda destra del Pescara. Premesso che, l'opportunista Francavilla al mare si senta già periferia Sud di Pescara, francamente non riesco a capire l'atteggiamento di Pupillo, Valente & C. che, passando sotto Pescara, rischiano seriamente di ritrovarsi ai margini della allargata provincia e di cibarsi solo degli avanzi caduti dal tavolo. Se poi tutto cio' è dettato solo da un mero ragionamento di sterile campanilismo, misto a livore nei confronti della rivale "perfida Teate", allora vuol dire che la diplomazia politica dei rappresentanti del territorio dovrà lavorare ancora parecchio per limare quelle distanze che sono solo controproducenti per gli stessi "contendenti". Purtroppo è molto più semplice dividere piuttosto che unire, specialmente quando permangono atavici pregiudizi.
Buon lavoro senatore.
La saluto cordialmente.
Marino Valentini