Carichieti: la procura indaga per bancarotta e truffa
Procura
teatina, fascicolo per truffa. E arrivano altre querele
CHIETI.
Un esposto del Codacons nazionale, al quale si sono aggiunti Abusbef
e Federconsumatori, una mezza dozzina di querele presentate da
altrettanti acquirenti di obbligazioni subordinate che hanno visto
svanire i loro investimenti, due ricorsi al Tar e una possibile
inchiesta per bancarotta.
E'
il quadro che si registra intorno a Carichieti, uno dei quattro
istituti finiti nel decreto salva banche e che sono in attesa di
conoscere il proprio destino dopo la chiusura dell'avviso che
raccoglie le manifestazioni di interesse per le quattro banche-ponte
messe in vendita: oltre a Carichieti ci sono Banca Marche,
Carriferrara e Banca Etruria.
L'esposto
del Codacons, nel quale si ipotizza il reato di truffa, depositato a
metà dicembre del 2015, ha portato la Procura del capoluogo teatino
ad aprire un'inchiesta, per truffa a carico di ignoti.
Nello
stesso fascicolo sono confluite, sempre nei giorni scorsi, alcune
querele presentate singolarmente da altrettanti risparmiatori che si
sentono truffati dall'azzeramento del valore delle obbligazioni.
Contro
il decreto salva banche hanno invece presentato ricorso al Tar del
Lazio la Fondazione Carichieti e Confartigianato Imprese Chieti.
Nel
caso della Fondazione il decreto salva banche ha portato
all'azzeramento del capitale detenuto nella banca, per quanto
riguarda Confartigianato, che attraverso la propria Creditfidi ci ha
rimesso circa 150.000 euro in obbligazioni subordinate, il ricorso al
Tar Lazio è contro la Banca D'Italia e il Ministero dell'Economia e
delle Finanze per i provvedimenti che hanno portato all'azzeramento
delle obbligazioni subordinate e con cui è stata disposta la
procedura di Risoluzione della Carichieti.
Questo
secondo ricorso ha raccolto anche l'adozione di 30 risparmiatori dei
circa 100 che si sono affidati a Confartigianato nell'ambito della
vicenda.
Quanto
ad una ulteriore inchiesta, non ancora aperta, su una ipotesi di
bancarotta che chiamerebbe in causa alcuni ex amministratori, ogni
iniziativa della Procura della Repubblica di Chieti è subordinata
alla ricezione della relazione del commissario liquidatore dopo che,
con decreto del 9 dicembre 2015 del Ministero dell'economia e
finanze, su proposta della Banca d'Italia, la Casa di risparmio della
Provincia di Chieti è stata posta in liquidazione coatta
amministrativa.
Lo
scorso 25 gennaio a Bologna si sono incontrati i magistrati delle
quattro Procure competenti ad indagare sulle banche salvate, per
quello che sarebbe stato una sorta di vertice tecnico.
«Nella
vicenda Carichieti ci sono due aspetti da tenere presenti - dice
Fabrizio di Stefano, deputato abruzzese di Forza Italia rispondendo
all'Ansa - Il primo è il futuro della banca e quindi bisogna
monitorare la situazione affinchè l'istituto finisca in mani capaci
e corrette. C'è poi l'aspetto delle responsabilità: non è
possibile che non ci sia una responsabilità non solo da un punto di
vista etico ma anche penale per un danno così ingente all'economia
del territorio. Ci sono stati comportamenti - aggiunge Di Stefano
- che hanno prodotto un danno inestimabile, ci sono responsabilità
perseguibili da un punto di vista giudiziario ed è doveroso che i
responsabili vengano individuati e chiamati a risponderne».
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