Ieri
mattina, 31 marzo, alle 11:30, nella sala stampa della Camera dei
Deputati, si è tenuta una conferenza stampa indetta da ProVita con
la collaborazione dell’On. Fabrizio Di Stefano e alla presenza del
presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli, Massimo
Gandolfini.
L’onorevole
Di Stefano ha esordito affermando che, "se da un lato si
vogliono rispettare tutte le sensibilità togliendo per esempio il
presepe e i crocifissi, è doveroso rispettare anche chi non intende
celebrare unioni gay". Per questo motivo è stato presentato un
emendamento al ddl Cirinnà per sollevare la questione
relativa all’obiezione di coscienza.
E’
una questione di civiltà, come si evince dal fatto che in pochissimi
giorni – e durante le vacanze pasquali – sono state raccolte
oltre cento adesioni di Sindaci da tutta Italia. Il portavoce
di ProVita Onlus, dott. Alessandro Fiore, ha quindi spiegato
– come già nel corso dell’audizione di qualche settimana fa –
che una delle innumerevoli criticità rilevate nel testo del disegno
di legge Cirinnà, in esame a Montecitorio, è la mancanza di
qualsiasi riferimento a una clausola di salvaguardia del diritto di
libertà di pensiero, opinione e di professione religiosa (artt. 21 e
19 Cost.) per i Sindaci e gli altri funzionari coinvolti nella
celebrazione delle cd. “unioni civili” tra persone dello stesso
sesso. Un diritto, quello all’obiezione di coscienza, che è
senz’altro ricompreso tra i diritti inviolabili dell’uomo
riconosciuti dalla Repubblica (art.2 Cost.).
Rispetto
a questo argomento non si può sostenere che si è di fronte a
opinioni personali, in quanto si tratta di scelte che hanno una
portata sociale macroscopica. Al di là del fatto che probabilmente
sarebbero di più gli obiettori rispetto ai gay desiderosi di
sposarsi, la questione è esplosa in tutta la sua rilevanza in paesi
come Francia e Stati Uniti dove, dopo la legalizzazione delle unioni
omosessuali, numerosi Sindaci e altri funzionari hanno fatto
obiezione di coscienza e sono stati talvolta puniti con pesanti multe
o con la reclusione.
Si tratta dunque di un problema di rilevanza
sociale e istituzionale, anche perché tutte le religioni con cui lo
Stato italiano ha rapporti ufficiali considerano inaccettabili le
unioni omosessuali. Il Sindaco di Castiglion Fiorentino,
Mario Agnelli, è stato uno dei primi a sollevare il problema
dichiarando alla stampa di non voler celebrare unioni omosessuali, e
si è fatto portavoce di tutti gli altri Primi Cittadini che finora
hanno aderito alla petizione che presenteranno alla Camera dei
Deputati affinché il Parlamento rispetti il diritto
all’obiezione di coscienza, che è un diritto costituzionalmente
garantito e non può essere ignorato in un paese come l’Italia dove
la morale e la religione sono ancora profondamente radicate.
Non
solo la religione cattolica, che è ancora la religione della
maggioranza degli Italiani, ma anche le altre religioni, che su
questo tipo di normativa avrebbe certamente grandi riserve. ProVita
ribadisce che il ddl Cirinnà non è “emendabile”, nel senso che
rimarrà ingiusto in ogni sua parte.
Auspica
che l’emendamento venga inserito nel testo, che resta da respingere
in toto, comunque, perché ciò vorrebbe dire far ritornare il ddl al
Senato. Massimo Gandolfini, presidente del Comitato
Difendiamo i Nostri Figli, organizzatore del Family Day, è
intervenuto in chiusura, ricordando che per il prossimo impegno
elettorale per le elezioni amministrative, le indicazioni di voto
per il popolo del 20 giugno e del 30 gennaio saranno verso candidati
genuinamente schierati a favore della famiglia naturale e del diritto
dei bambini ad avere una mamma e un papà. Gandolfini si è detto
d’accordo sul fatto che l’obiezione di coscienza per i Sindaci
sia un fatto di civiltà e che l’Italia in questo, lungi
dall’essere un fanalino di coda, è un faro di civiltà : sono le
unioni gay ad essere incivili. E la maggior parte degli italiani, di
certo non per caso, è per il matrimonio vero – l’unico possibile
– secondo natura e secondo quanto affermato dalla nostra
Costituzione. Se si svilisce la famiglia si cade nel ridicolo, com’è
successo a Genova dove – racconta Gandolfini – una signora ha
denunciato il veterinario che ha operato in maniera errata il suo
cane e ha ricevuto dal giudice il riconoscimento a un risarcimento
per “menomazione del progetto familiare”. Il popolo italiano si
sta arrabbiando: Renzi e i politici (in primis i candidati Sindaci)
dovrebbero stare più attenti e considerare che gli elettori guardano
se chi vogliono votare è a favore della famiglia naturale. Blindare
il ddl Cirinnà e impedire che vengano fatte delle modifiche, per non
parlare della questione della fiducia, è anticostituzionale e denota
un clima di totalitarismo. Intanto il referendum di ottobre si
avvicina e i fatti cui stiamo assistendo portano a credere che, se
esso passasse, il Governo diventerebbe ancora più autoritario di
come già è. Quel che è certo è che sul tema dell’obiezione di
coscienza per i Sindaci e sul ddl Cirinnà la battaglia non sarà
facile per Renzi&Co: il popolo della famiglia è pronto a fare
pressione sul Presidente della Repubblica e, se la legge sarà anche
promulgata, vi sarà un ricorso alla Corte Costituzionale.
Nessun commento:
Posta un commento