TERAMO - Non si placa lo scontro tra centrodestra e centrosinistra sulle nomine all'Istituto Zooprofilattico di Teramo. Ed è botta e risposta tra Camillo D'Alessandro del Pd e il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano.
"La nomina di Mauro Mattioli alla direzione dell'Istituto Zooprofilattico di Teramo è stata effettuata dalla Regione Abruzzo nel pieno rispetto delle regole, che prevedono di 'sentire' il Ministero. Il sentito ministeriale è stato acquisito, poi è stata perfezionata la procedura", ha detto il consigliere regionale, spiegando come "la procedura seguita rispetta le norme sulla trasparenza e la legge di riordino elaborata dal Governo, che prevede una partecipazione consultiva (e quindi non vincolante) del Ministero della Salute".
"La logica della norma è chiara: poiché l’istituto è di supporto alle Regioni (Abruzzo e Molise) che lo coordinano, il Ministero ha una funzione attenuata nel merito". Per D’Alessandro "a volontà di alcuni politici abruzzesi di strumentalizzare questa vicenda è un atto becero perché degrada un ente del territorio solo per testimoniare la propria esistenza in vita".
"Ricordo che Mauro Mattioli è stato rettore dell'università di Teramo, oltre che medico veterinario e preside della facoltà di Veterinaria, dunque possiede a pieno titolo quella 'comprovata esperienza nell’ambito della sanità pubblica veterinaria' richiesta dalla legge. A tal proposito giova sapere che l'idoneità curricolare è riservata solo ed esclusivamente alla speciale commissione appositamente insediata, la quale ha validato pienamente la consistenza curricolare di Mattioli. Altri saranno gli accertamenti che verranno richiesti e che si riveleranno utilissimi; inoltre vi sarà una ricostruzione cronometricamente puntuale, curata personalmente dal presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso, delle volontà direttorial/ministeriali di commissariamento a prescindere. Qualora fosse confermata nei comportamenti, la cosa sarebbe molto grave e soprattutto verrebbe da chiedersene il motivo".
Pronta la controreplica di Di Stefano a quello che definisce "ventriloquo del presidente D'Alfonso".
D'Alessandro "non chiarisce come sia possibile che tra una Regione guidata dal centrosinistra e un Governo sempre di centrosinistra, si sia arrivati al punto che le interlocuzioni debbano avvenire attraverso le procure".
"Se i rapporti sono tali, capiamo perchè la Regione non riesce ad uscire dallo stato di commissariamento: evidentemente, il Ministero ha scarsa fiducia nella gestione di quello che è il settore più delicato di una regione, appunto la sanità, da parte di un presidente regionale e di una giunta che hanno un'idea del tutto personale delle regole e del loro rispetto".
"Se desta preoccupazione che un parlamentare sottolinei questa assoluta problematicità dei rapporti tra Regione e Governo nazionale, e ciò è messo in evidenza dal loro fastidio, se ne facciano una ragione".
"Torneremo molto presto ad interrogare il Governo per altre situazioni anomale di cui la Regione si fa protagonista", conclude Di Stefano.
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