"La nomina di Angelino Alfano a segretario unico segna un momento di svolta importante nella vita del Popolo della libertà".
Lo afferma il senatore Fabrizio Di Stefano, vice coordinatore regionale del Pdl.
"Un rinnovato concetto di meritocrazia, l'apertura alle primarie quale metodo di scelta 'dal basso' della classe dirigente, l'inaugurazione della stagione dei congressi, 'le regole e le sanzioni', la fine degli equilibri 70/30 tra ex Fi ed ex An - sottolinea il senatore - segnano un punto fermo nel modello di partito che sarà, un movimento al passo con i tempi e consapevole delle sfide che provengono dal Paese".
"Il rafforzamento del bipolarismo, attraverso un'allenza stabile con le forze moderate alternative alla sinistra, già sperimentata con successo in Abruzzo negli enti locali, rappresenta, poi - dice ancora l'esponente del Pdl - la volontà di dare all'Italia, ai vari livelli, dei governi forti e autorevoli, in grado di assicurare sviluppo e benessere".
"Un partito nuovo ma con sensibilità che vengono da lontano - aggiunge Di Stefano - che nasce dalle storie delle varie anime moderate e di centrodestra, che si sono ritrovate sotto un unico tetto per consegnare all'Italia una grande forza moderna a vocazione maggioritaria, che vede, nella guida del ministro della Giustizia, una figura in grado di accompagnare il Pdl e il governo attraverso il guado di una difficile crisi economica in cui bisogna conciliare la tenuta dei conti pubblici con l'azione riformatrice di governo".
"Infine, ma non per ultimo, il richiamo all'onestà, da praticare più che da declamare, senza cedimenti ma neanche furori giustizialisti, quale elemento ineluttabile dell'operare politico-amministrativo. Alfano, dunque, ha indicato la strada che i dirigenti e gli eletti del Pdl devono seguire - conclude Di Stefano - per ritrovare la voglia di vincere, nell'interesse dei cittadini".
Sen. Fabrizio Di Stefano
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