mercoledì 21 novembre 2012

AGGIORNAMENTI SULLA QUESTIONE PREGIUDIZIALE, OGGI IN COMMISSIONE

"Abbiamo tenuto bloccata per tutta la durata della riunione, la commissione Affari Costituzionali del Senato, discutendo sulle motivazioni della nostra Pregiudiziale di incostituzionalità in merito al riordino delle Province, con toni anche aspri, soprattutto con il Presidente della Commissione Vizzini (eletto nel PdL e poi passato nel centro sinistra)".
Questo il commento del Senatore PdL Fabrizio Di Stefano a margine della seduta odierna della Commissione Affari Costituzionali del Senato.
 
"Lo stesso ha dichiarato - aggiunge il Senatore - che con prerogativa che gli concede il regolamento, avrebbe comunque portato avanti la discussione e la valutazione del Decreto, in quanto il voto positivo della Pregiudiziale di incostituzionalità ha valenza vincolante solo se approvata anche dall'Aula.
Alla luce di questa sua dichiarazione e di quella del capogruppo del PD - Senatore Bianco – il quale ha dichiarato in Commissione che il suo gruppo avrebbe, all'unanimità, votato contro la nostra pregiudiziale unitamente al voto contrario delle altre formazioni del centro-sinistra e del Presidente, avrebbe comunque fatto sì che il nostro provvedimento non trovasse in quella sede i numeri sufficienti per essere approvato.
Abbiamo a questo punto deciso di chiedere lo spostamento della votazione direttamente all'Aula. 
 
La nostra azione è però servita a fa dichiarare al Governo, attraverso il Ministro Patroni Griffi, presente in Commissione, la propria disponibilità a rivedere in alcuni passaggi il Decreto. Abbiamo altresì annunciato la riproposizione dello stesso in Aula, dove l'eventuale voto positivo, avrebbe valenza vincolante per l'iter procedurale. Credo che il Governo abbia avuto contezza, attraverso la nostra azione, che il suo Decreto non avrà percorso agevole.
Sto comunque predisponendo - conclude Di Stefano - tutta una serie di emendamenti con altri colleghi, che sin dall'iter in commissione nelle prossime settimane, potrebbero modificare nel senso da noi voluto questo Decreto".

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